Tra Nardò e Galatone, in provincia di Lecce, nel cuore del Salento, la geografia del luogo e la sedimentazione del terreno suggeriscono una storia antica. Il nome Corillo deriva infatti da Chorion, definizione bizantina di un insediamento rurale.
Nel tempo c’è stata una sovrapposizione architettonica di diversi stili, tracce di costruzioni del XV, XVI, XVII e XVIII secolo e di epoche anche precedenti, che con lo scenario di una natura esuberante e possente e un paesaggio a volte impervio, hanno costruito un codice abitativo con un’identità e una bellezza uniche.
Lu jentu, intanto, porta gli odori della macchia mediterranea che conferisce all’aria effetti salutari, conosciuti fin dall’antichità. Per ripristinare l’equilibrio naturale, sono stati ripiantati circa 16mila alberi e restituiti al territorio ben quaranta ettari di macchia mediterranea.
I lavori di bonifica e di ricostruzione delle Terre di Corillo, che si estendono per oltre un centinaio di ettari, circondati da muri a secco costruiti a mano come una volta, sono iniziati nel lontano 1996. Un lavoro meticoloso e filologico che ha trasformato un sito abbandonato in un’oasi vitale, il cui centro è rappresentato dall’antico corpo della masseria. Da qui si dipanano le strade che portano a varie costruzioni e unità abitative, restituite alla loro antica bellezza da un restauro e un recupero che dialogano con il presente, nel rispetto del passato.
Come il ripristino della chiesetta del 700 dedicata a San Michele Arcangelo, o della suggestiva Torre Colombaia con la vasca circolare dove si abbeveravano gIi uccelli, fulcro di un intrigante giardino segreto. Intorno, i campi coltivati e gli orti si mescolano con le erbe aromatiche e le piante secolari che crescono spontaneamente. Dappertutto.
La stessa masseria è un esempio di un recupero attento e sostenibile, in armonia con la natura e con il paesaggio, interpretando i segni del tempo e le tracce degli uomini. Un luogo all’insegna dell’autenticità, al centro di un progetto etico e culturale che ha l’obiettivo di preservare e trasmettere alle generazioni future un patrimonio prezioso di saperi e tradizioni.